So che le scarpe sono uno degli accessori più amati dalle donne di tutto il mondo.
Tuttavia, sembra che questo amore non si applichi nella scelta delle scarpe da sposa.
Dopo aver fotografato moltissime spose, ho ancora, molta confusione in testa sul perchè di alcune scelte.
Per questo ho pensato di intervistare molte spose, di ieri e di oggi per chiedere loro come fossero le loro scarpe da sposa e il perchè della loro scelta.
Queste sono le domande che ho posto loro:
Le tue scarpe da sposa, come erano e perchè le hai scelte
- Perché hai scelto quel tipo di scarpa e come le hai scelte?
- Le tue scarpe erano altissime, alte, medie, basse o senza tacco e perchè?
- Hai privilegiato l’eleganza o la comodità?
- Hai cambiato le scarpe, durante il ricevimento, o successivamente, per i balli?
- Il tuo abito era corto, lungo, o scopriva appena il piede?
- Le tue scarpe avevano dettagli inusuali o importanti e lussuosi (fiocchi, swarovski, glitter, ricami ecc.)?
Ho ricevuto moltissime risposte e tutte molto interessanti.
Innanzi tutto, un tempo non c’era la vasta scelta che c’è oggi.
Le scarpe si potevano comprare soltanto in negozio (internet doveva ancora arrivare) e spesso se si avevano numeri fuori standard era durissima.
Spose con il 33-34 o con il 40-41 di piede dovevano accontentarsi di quel poco che si trovava.
L’alternativa era farsele fare su misura, pagando un occhio della testa.
Eppure, nonostante, i tempi fossero “più difficili” sembra che le spose di un tempo ci tenessero maggiormente alle scarpe.
Per alcune le scarpe erano persino più importanti dell’abito e, dopo molti anni, le conservano ancora e le mostrano orgogliosamente.
La discriminante è la lunghezza dell’abito.
Con l’abito corto, l’attenzione sulle scarpe è, decisamente, maggiore e quindi si privilegiano scarpe che abbiano una certa personalità.
Soprattutto se l’abito è molto semplice.
Al contrario, con un abito già molto importante, si cerca di non distrarre l’attenzione da esso e si scelgono scarpe più semplici.
Un’altra discriminante è l’altezza della sposa e, ancora di più quella dello sposo.
Se la sposa è già molto alta, difficilmente sceglierà scarpe con un tacco alto, a maggior ragione se lo sposo è alto come lei o, addirittura più basso.
Anche se io ho fotografato spose alte, più alte dello sposo che non hanno rinunciato ai tacchi!
Le spose di oggi mi hanno risposto prevalentemente che hanno privilegiato la comodità rispetto alla “bellezza”.
Questo per poter “reggere” cerimonia e ricevimento senza dover cambiare le scarpe.
Oggi, poi, si usa, affrontare i balli e la festa più scatenata indossando delle sneakers, magari con dettagli personalizzati.
Ho, anche parlato, con alcune designer che sono in grado di personalizzare le scarpe e rendere uniche e speciali, anche le scarpe più banali.
Potrebbe essere l’idea giusta, per far si che le vostre scarpe non siano tristemente anonime.
La parola alle spose
Tra tutte le testimonianze ne ho scelta una, talmente vasta e completa da rappresentare, da sola, un articolo.
Ringrazio Alessandra per questa disamina così lucida e completa.
Le scarpe da sposa non sono in cima alle mie preoccupazioni, ma anch’io condivido il tuo pensiero: spesso non c’azzeccano.
Cause: confusione nell’offerta, dove la forbice è aperta; si passa da cifre da capogiro a calzature di bassissima qualità.
Le spose, credo di capire, cercano il matching con l’abito, ma faticano e il risultato è spesso imbarazzante.
Desiderio di sembrare slanciate, sensazione che le scarpe sotto un abito lungo non si notino, giustificano tacchi e zeppe o plateaux fuori luogo.
I sandali: danno la sensazione di sudare meno? Io me li spiego così, ma le dita che spuntano….
Infine: in 12 a provare un abito, da sole a cercare scarpe, quando non è il negozio di confezioni che propone / impone l’abbinamento, quando la sposa è stanca e accetta tutto (magari dopo esersi dissanguata per l’abito).
Su strass, decorazioni, e incroci di listini: hanno le idee confuse tra una cerimonia e la serata danzante.
Scelta personale di 30 anni fa: abito corto in seta, ricerca di décolleté tacco 3 o 4: non esistevano in tinta, le ho fatte fare in negozio specializzato a Milano.
In rapporto all’abito sartoriale ho speso un botto, ma davvero non c’era alternativa.
Oggi l’offerta dovrebbe essere più ampia, o forse no.
Per me vale l’adagio: less is more.
La scarpa è l’accessorio più importante, ma resta accessorio: non vedo alternative a una décolleté in raso/seta.
Al massimo una slingback, proprio perchè alle ballerine quel giorno è meglio rinunciare.
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